
“Per la sensibilità dell’Estremo Oriente, né la stabilità dell’essere né il persistere dell’essenza sono tratti del Bello. Le cose che persistono, sussistono e insistono non sono né belle né raffinate. Non è l’eccezionale, ciò che spicca, a essere bello, bensì ciò che si trattiene e si ritrae. Non lo stabile, ma ciò che è in sospeso. Sono belle le cose che in sé recano tracce del nulla, della propria fine, le cose che non assomigliano a se stesse. Bello non è il perdurare di una condizione, bensì la volatilità di una transizione.”
Byung-Chul Han, Del vuoto. Sulla cultura e filosofia dell’estremo Oriente, nottetempo, Milano 2024.
Siena, parco del Petriccio.